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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

679341
Praga, Emilio 32 occorrenze
  • 1881
  • F. CASANOVA. LIBRAIO - EDITORE
  • prosa letteraria
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MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA

Le ampolle e gli ampollini, i vasi di porcellana, le tazzette di marmo, i pestelli, le forbici, i cucchiai, i bistorini, le pentoline, le casseruole

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e mi disse: - Don Luigi ha bisogno di voi.. Scoccavano appunto le undici ore. Salii d'un balzo. Certo le pareti del presbiterio non somigliavano alle

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di Rosilde mi ha dato. Vorrei riprodurre un'ombra di quella sua eloquenza che un affetto senza limiti le ispirava. Ella, la poveretta, sapeva

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Si chiamava Angelo De Boni. La sua famiglia, oriunda di Zugliano, il capo-luogo del circondario, era un tempo fra le più agiate di quelle valli

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cammino percorso, le novità che vi circondano par che acquistino attrattive maggiori. Uscendo dalla nuova camera o solo mettendo il capo alla finestra

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lontananza, le imposte, aperte da braccia ancora intorpidite dal sonno, sbattevano contro le pareti, quasi paurosamente. Il giardino apriva anch'esso le

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Mi rivolsi al suono dei suoi passi, mi rizzai, e gli mossi incontro. Egli si fermò, mi stese ambe le mani, e, prima ch'io trovassi una parola, mi

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d'accanto. Poi indicandomi le prime stelle che spuntavano in fondo al firmamento, - come continuasse un discorso cominciato disse: - Credo che quei

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Contenti e nel tempo stesso malinconici. Interrogavano tacitamente la immobile fisionomia del babbo. E la fisionomia del babbo era lugubre. Le parole

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, un tristo pensiero mi colse. Le case di Sulzena apparivano biancheggianti al sole meridiano - il campanile suonava l'Angelus del mattino, - ma quel

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Erano le riflessioni ch'io facevo fra me tornando dalla Testa Grigia dove avevo voluto arrampicarmi un'ultima volta. E la conclusione fu ch'io avrei

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Curvo sul bacino da cui esalava un acre odor di sapone, prova che quella sera le comari avevano fatto il bucato, egli teneva le braccia, nude fino

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affrontare, ma di vincere la battaglia che gli si offriva. Passò in Inghilterra, le terra eternamente ospitale a tutte le sventure. Si rannicchiò in una

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Emilio. Queste cose tu le sai, ma, se permetti, le ripeto qui, in fronte, licenziando il libro che l'amico Casanova volle ristampare tutto intiero, perchè

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, oggidì, le creature che si commovono un po' ancora alla poesia sono le donne, e le donne belle in ispecie. Ma l'esercizio di siffatti rendimenti di grazie

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altri uomini; la mamma era da parecchi anni sempre ammalata, io avevo il mio da fare per assisterla e sbrigare le faccende di casa: mia sorella era una

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Le vendette del Sindaco non si fecero aspettare a lungo. La domenica dopo ci fu riunione del Consiglio. La seduta era stata annunziata con

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Che bella sera, che tramonto fatto per i pittori e per i poeti! Il paesaggio appariva e non appariva. Le forme incerte somigliavano a nubi; nubi che

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quell'imbroglio, non fosse un sogno: non aveva più incontrato nè il sindaco, nè il Bazzetta. Non vedevo che i miei ospiti. Sempre gli stessi volti, sempre le

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fin quasi alla metà della scalinata, le cantilene sacerdotali. Al mio giungere, tutti quei visi abbronzati, tutte quelle nuche piatte e arruffate

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. È impossibile dimorare per poco in un villaggio senza dividerne tutte le minuscole curiosità. Il rappresentante della giustizia col suo cancelliere

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tirava d'impiccio con una rapidità prodigiosa. Le sue braccia colossali passavano, coprendolo agli occhi altrui, due o tre volte sul piatto, poi

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Mi decidevo a seguire la miserevole coppia, pronto a mettermi in mezzo se le percosse dell'aguzzino si fossero ripetute, quando un improvviso

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. - Il dottore! sclamò Bazzetta. e, vuotato d'un fiato un altro bicchiere, s'alzò, scosse dalla giubba le ceneri della pipa e si avviò verso la porta

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, che io mi sappia, fortunatissimo popolo d'artisti, fece della gioia un sentimento sacro, - fu il Greco, che inghirlandava di rose e di verbene le

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bordone. Quale spettacolo mi si offerse quando spalancai le imposte! O sole, o beatitudine diffusa il dì prima sull'universa natura! Più nulla! Il

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qui. Siamo intesi? - Intesi? Di che? Oh! io non c'entro, io! Ne ho abbastanza delle noie della farmacia, perchè cacci le mani negli impiastri degli

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ostina a risuscitare ogni giorno a dispetto del buon gusto e della letteratura collet-montant. Scendevo così lentamente lungo le rive dello Strona

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che tornerà di buon umore. - Non c'è stato da quasi un mese; quella passeggiata gli fa sempre un gran bene. Il sagrestano si fregava le mani

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bagaglio e poichè le fui giunto vicino, alzò con ingenua famigliarità la lucernetta fino all'altezza del mio naso; allora vidi due occhietti lucidi e

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. Si fece silenzio. Tramontava il sole, e pensavo a mia madre; due tra le infinite cose da cui germina la umana tristezza. Essa veniva lentamente

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curvò in aria di rassegnazione. Quella notte stentai a prender sonno: il racconto di Mansueta, quello dello speziale, le confidenze di don Luigi mi

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